Un’ispirazione Star Wars: La ragazza spaziale di Francesco Pellegrini

Noi tutti raccogliamo spunti, e soprattutto valori, da ciò che ci circonda. 

Filtriamo quel che va incontro ai nostri ideali portandoci a nuovi modi di guardare il mondo, oppure, a volte, ci dona la forza e il coraggio di condividerci al meglio con gli altri. E in che modo? Attraverso quel che meglio sappiamo e possiamo fare, per Noi stessi e per chi ci circonda.

Infatti, oggi, ho il piacere di farvi leggere quello che ci ha detto Francesco Pellegrini, che con bellissime e importanti parole, ci racconta quanto e come Star Wars può trasformarsi in ispirazione di vita.

“Guerre Stellari, cominciando da Episodio IV (il primo reale capitolo per molti di noi) è una storia efficace nella sua relativa “semplicità”. C’è suspense, c’è spettacolo, c’è sorpresa, c’è humour; l’esperienza ha colpito i piccoli, i ragazzi, i giovani, e non solo.

Il lavoro originale di George Lucas e di molti preziosi collaboratori è una forza capace di ispirare fans che a loro volta le prestano energia e devozione. Non entro nel pur importante discorso del profitto.

Mio padre mi ha fatto conoscere la trilogia originale quando ero bambino, e sono entrato a far parte di una generazione di fans cresciuti tra gli anni ’80 e ‘90 tra citazioni, gadget, giocattoli, libri, fumetti e perfino videogiochi basati sulla prima trilogia. Da ragazzi, non volevamo solo conoscere l’universo di Star Wars da cima a fondo; volevamo viverlo.

Dal canto mio per molto tempo, gran parte della mia vita, non ho pensato di poter intraprendere il percorso dello storyteller; di raccontare, scrivere storie per professione. Ho ignorato i segni fino a quando un giorno ho cominciato a scrivere, e mi ha preso la mano.

Oggi, con un romanzo pubblicato su Amazon.it e un altro in cantiere, non fatico a riconoscere in Star Wars un’ispirazione importante, con cui mi fa piacere “conversare” e confrontarmi. 

Nella formula originale, Star Wars presenta concetti fondamentali, utili a chi come me ama l’idea di vivere avventure spaziali, e ha deciso di provare a condividerle.

Li conoscete tutti: il viaggio dell’eroe, il conflitto tra Bene e Male, un impero malvagio dalla forza preponderante, un manipolo di eroi, pistole laser, battaglie spaziali, viaggi interplanetari, e una mistica Forza sovrannaturale, legata alla moralità e alle azioni dei personaggi.

Ognuno di questi punti (esaltanti per un fan!) dà molto materiale di riflessione. C’è anche chi, forse per senso di superiorità o disillusione, preferisce allontanare simili storie “banali, ingenue, vuote, tutte uguali”. Ogni racconto d’avventura si potrebbe ridurre ai minimi termini con un’etichetta a bassa risoluzione, fatta di poche parole e nessun sentimento.

Tornando a noi invece, Star Wars emoziona, appassiona, rappresenta un modello: è così per le storie più belle che ci accompagnano dal tempo dell’infanzia, o incontrate con piacere più avanti nella vita.

C’era una volta Luke che lascia Tatooine per seguire Obi-Wan e andare a salvare la principessa Leila. C’era la voce profonda e la presenza imponente e intimidatoria di Dart Fener; la malvagità calcolatrice di Tarkin che ordina di annichilire Alderaan; la battaglia finale in cui Luke distrugge la Morte Nera e salva l’Alleanza Ribelle.

Lo stesso Lucas ha indicato fin dalle prime parole Star Wars come “fiaba spaziale”, e ognuno di noi ha la sua personale lista di classici. L’universo di Star Wars non sarà utopico come quello di Star Trek di Gene Roddenberry e Rick Berman, ma è ottimistico. Si tratta di un mondo in cui il male può essere sconfitto; principio tutt’altro che banale, ai nostri tempi. La sconfitta finale dell’Imperatore mi fa pensare all’ultima caduta di Sauron nella saga del Signore degli Anelli. Abbiamo bisogno di storie come queste, oggi forse più di prima.

Allora c’è poco da stupirsi se quando ripenso al viaggio dell’eroe e al conflitto tra bene e male, Star Wars torna alla mente. In tutte le arti la nuova generazione s’ispira ai lavori del passato e si confronta con chi l’ha preceduta.

Nel mio romanzo La Ragazza Spaziale, ho voluto costruire qualcosa di più grande della somma delle sue parti, cominciando dall’universo originale per poi scrivere la storia che lo attraversa. E non c’è solo la trama, anzi. Se quello che conta di più è l’esecuzione, allora proprio qui si spende il talento dell’artigiano-scrittore. La narrativa comunica in modo diverso dal cinema: il romanzo è uno spartito che il lettore suona con gli strumenti della sua mente e del suo cuore.

Quando ho iniziato a scrivere La Ragazza Spaziale, la prima tappa fondamentale è stata fissare il punto d’arrivo per il mio protagonista, Emilio. C’è una destinazione, il pianeta Tor Epsilon, e solo un Emilio cresciuto e trasformato potrà reclamarlo nel nome della Terra.

Ma come arrivarci? Si tratta di visualizzare e mettere a fuoco il percorso nella mia mente e usare al meglio le parole per dipingerlo in modo appassionante; un’opera non facile. Ogni autore ha il suo approccio, io ho la tendenza a complicarmi la vita. Mettersi da soli all’angolo e non sapere come uscirne è un rischio sempre presente. 

Per questo s’impara ad apprezzare semplicità ed efficacia: illustrare un universo “vivente” a beneficio dei lettori è abbastanza difficile di per sé. Con la pratica ho imparato a costruire l’esperienza scena per scena: un pensiero, un ricordo, un’azione e un dialogo alla volta. il viaggio di Emilio, preso dalla Terra di oggi e lanciato in una galassia futuristica, ricca di meraviglie e pericoli, rispecchia quello dell’amico lettore che scopre con lui specie aliene e nuovi pianeti lontani. 

Quando George Lucas ha deciso di chiamare i suoi eroi “cavalieri Jedi”, si è ricollegato a una tradizione antica, quella dell’ideale cavalleresco, che ho esplorato a più riprese nel corso dei miei studi universitari. 

Ho voluto che il mio protagonista nel mezzo delle difficoltà conservasse la scintilla, l’entusiasmo, la fiducia negli altri che unisce gli esseri viventi e finisce col prevalere sul rancore, sull’avidità e sull’egoismo.”

 

Grazie Francesco e Che la Forza sia con Te!

LA RAGAZZA SPAZIALE di Francesco Pellegrini

Il pianeta Tor Epsilon, destinato alla colonizzazione umana, è conteso da due superpotenze galattiche, l’Impero Udo e le Confederazioni Esoniane. Ma sulla Terra la vita procede come sappiamo e tutti ignorano l’esistenza degli extraterrestri.
Un giorno, nel pieno delle vacanze estive, il giovane Emilio riceve la proposta impossibile, a lungo sognata: viaggiare nello spazio, e al fianco di un’affascinante aliena.
Amina, “la ragazza spaziale”!

L’incanto impareggiabile di nuovi mondi e l’enigmatico charme di Amina ingaggiano presto in Emilio una lotta ad armi pari coi suoi terrori, primo tra tutti quello di fare mai ritorno a casa.
Sostenuto da Amina e dalla sua eterogenea, talentuosa banda di alieni, Emilio inizia la sua corsa per salvare il futuro spaziale della Terra. Potenti nemici sono in marcia, e la “missione di pace” si trasformerà dalla prima tappa in una spietata caccia all’umano.
 
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Chi è Francesco Pellegrini?

Mi chiamo Francesco Pellegrini, ho 41 anni e da oltre un decennio mi occupo di scrittura creativa. Ho maturato la vocazione dello storyteller in un momento difficile della carriera universitaria, e alla luce del desiderio di raccontare ho cambiato indirizzo di studi per concludere nel 2017 con una Laurea Magistrale (con lode) in Letterature e Traduzione Interculturale.
L’interesse vivo e profondo per la fantascienza attraversa la mia vita fin dall’infanzia. I miei esperimenti di scrittura, alcuni dei quali pubblicati online dalla Scuola Omero, riflettono l’attrazione persistente verso la Storia, l’incontro tra culture, e lo studio di figure eroiche e popolari nel corso del tempo, dai cavalieri che ispirarono Don Chisciotte a 007 e Indiana Jones.
Negli anni passati a lavorare sul mio primo romanzo, La Ragazza Spaziale, ho affinato l’approccio “artigianale” all’arte del romanzo, nella speranza di produrre un’esperienza fresca e al passo con le aspettative del lettore nel 2021.

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